IL CARRETTO SICILIANO

Il carretto siciliano

Il carretto siciliano

II prodotto artigianale più singolare e rappresentativo della Sicilia è senza ombra di dubbio il carretto, un vero gioiello di cultura e tradizione popolare, che Guy de Maupassant definì “..le rebus qui marche” (ossia “Un affascinante mistero che cammina”) e che purtroppo è sempre più in disuso. 

L’aumento dei veicoli a motore ne ha provocato il declino come mezzo di trasporto, ma i carradori continuano la loro attività nel riparare e restaurare i carri antichi. Un tempo il carretto costituiva motivo d’orgoglio per il ricco massaro cosi come per il semplice carrettere, il quale era capace di impegnare l’oro portato in dote dalla moglie pur di averne uno di proprietà con cui andare a lavorare e nei giorni di festa tirarlo a lucido e imbardarlo a festa per girare in paese
Il carretto è frutto dell’ opera ingegnosa e attenta del carradore o carruzeri, del fabbroferraio e dell’intagliatore. 
Il primo è quello che lo fabbrica impiegando legni speciali per ogni singolo pezzo; u firraru lo correda di tutta una serie di pezzi in ferro battuto di diverse dimensioni, che costituiscono u rabiscu (l’arabesco), dalle forme fantasiose di fiori, delfini, teste di paladini ed altro. Sono opera del fabbro anche le boccole, particolare congegno di bronzo che, attaccato alle alte ruote del carretto, produce col movimento un suono caratteristico. Va notato che la buona qualità del suono delle boccole é elemento fondamentale nel determinare il pregio di un carretto. Contemporaneamente al lavoro del fabbro procede anche quello dell’intagliatore, al quale spetta il compito di scolpire e dipingere le fiancate ed il retro del carretto con scene di Santi (per lo più di San Giorgio Cavaliere che uccide il drago), della Cavalleria Rusticana, di paladini o di altre storie cavalleresche; molto spesso vi raffigura anche toccanti fatti di cronaca locale.

Una mostra di carretti

Un calesse in città

u gnuri

U gnuri

Il carrettiere

Il carrettiere