GIUSEPPE DI BARTOLO

ing. di bartoloG. Mulè Bertolo:
Cenni Biografici di uomini illustri di Terranova;
manoscritto conservato nella biblioteca comunale di Caltanissetta.
Lettera dell’Ing. Angelo Di Bartolo a G. Mule Bertolo

Terranova 20 – III – 1901

Soddisfacendo ben volentieri alla di Lei richiesta, pregiomi trasmettere in uno alla presente i cenni biografici del defunto Ing. Giuseppe di Bartolo, mio stretto congiunto, e che in sommi capi compendiamo la vita artistica, ma pur troppo breve del non mai compianto Ingegnere.

L’Ingegnere Giuseppe di Bartolo nacque dall’Architetto don Emanuele e dalla signora Giuseppa Licata in Terranova di Sicilia il 14 – Febbraio 1814. Fece i primi studi nella sua terra natia presso quelle scuole comunali che erano limitatissime a seconda i tempi anteriori della legge Casati.

Si recò poscia in Palermo nella cui Università fu laureato in Ingegneria nel giorno 12 Luglio 1842.

Concorse ancor giovane al pensionato in Roma per architettura e vinto il concorso studiò a spese del governo borbonico in Roma, conseguendo gran profitto dagli studi e dai viaggi. In uno di questi viaggi fatto in Venezia copiò ad acquerello il prospetto di San Marco, e recatosi a Siena copiò l’interno della Sagrestia del Duomo medesimo, e per queste copie, giudicate degne di premio al Congresso delle Belle Arti in Napoli, trovansi ora presso la propria sorella Concetta residente in Terranova.

Ritornato all’esercizio della professione in Palermo, tenne primato tra tutti gli Ingegneri ed è ancora ricordata la lotta scientifica sostenuta col defunto Professore Basile, il quale accampò con acre censura il prospetto della casa Genuardi in Palermo, censura che fu combattuta e superata con successo dall’Ingegnere Di Bartolo, il quale si rivelò anche scrittore forbito ed elegante nelle sue risposte.

Il governo del tempo a ricompensa dei meriti dell’Ingegner Di Bartolo lo nominò componente il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, in cui apportò i lumi del proprio sapere nelle approvazioni dei progetti delle varie opere pubbliche, e fu encomiato dal Marchese Spaccaferro e dal Comm. Celesti, allora Ministri presso il Luogotenete in Sicilia.

Sono rimasti a memoria dei meriti dell’Ing. Di Bartolo il prospetto del teatro Santa Cecilia, il palazzo del Barone Genuardi e quello dei Dottor Cataliotta in Palermo; il palazzo del Barone Benintende, del Cav. Sillitti Bordonaro e del Barone Lanzirotti in Caltanissetta; il fabbricato di San Luigi in Caltagirone; il teatro in Vittoria.

E’ sono tuttora viventi in Palermo coloro che ricordano i sontuosi e magnifici carri di Santa Rosalia e gli storici quadri dei fuochi d’artificio disegnati dall’Ing. Di Bartolo, e che riprodotti in eleganti oleografie fecero parlare tanto bene di lui.

Fu amico di Giuseppe (!) Bellini, il decantato Gigno di Catania e ne conservò le lettere autografe, che poi la sorella donò al Municipio di Terranova, il quale ne fece cessione al Municipio di Catania, che insistentemente le richiese per conservarle nella collezione degli scritti del maestro Bellini.

Colto finalmente l’Ing. Di Bartolo da crudel morbo nel 1865, si recò da Palermo a Mascali dove l’attendeva il fratello Ing. Giovanni nella speranza di trovare riparo al male tra quelle balsamiche contrade; ma non valsero i rimedi dell’arte e l’assistenza del fratello a salvarlo, e nel giorno 23 Ottobre 1865 morì a Giarre, compianto da tutti coloro che lo avevano conosciuto e ammirato.

Angelo Di Bartolo